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Professionista (Il) - Grisham John


Ho letto l'ultimo lavoro di Grisham con la curiosità di scoprire come un affermato autore di legal-thriller (anche se negli ultimi tempi lievemente appannato) riuscisse a porsi di fronte ad una storia che narra le vicissitudini di un atleta (fallito?) alle prese con la personale riscossa.

Leggendo la trama in seconda di copertina la storia mi pareva di una banalità scontata, un tema già ripreso a piene mani sia dall'industria libraria che, soprattutto, da quella cinematografica (ultima a mia memoria Le Riserve con Keanu Reeves).

La lettura conferma ciò: potremmo chiamarla una (American) Happy end story con buone possibilità di essere utilizzata da qualche sceneggiatore di Hollywood.

Dimenticavo.

Il racconto è incentrato su Rick Dokerty, quarterback NFL che dopo una prestazione avvilente si trova svenuto in ospedale e licenziato dalla sua squadra. Come non bastasse, un noto critico sportivo lo istituisce del giudizio "Cane del secolo". Nella difficoltà di trovare una nuova casacca, e per sfuggire ad una accusa di paternità, accetta la proposta del suo agente di rifugiarsi a giocare in Italia, nei Parma Panthers.

Ebbeni si!! Sia Rick che molti italiani, scoprono che nel Belpaese si gioca il football nella versione a stelle e strisce.

Al protagonista si aprono incredibili scenari di conoscenza, soprattutto culturali. Esistono ancora persone che praticano uno sport, con passione e dedizione, solo per l'idea di gruppo e una pizza insieme come premio (tra l'altro il titolo originale è Playing for pizza che poteva anche essere mantenuto nella versione italica). Esistono luoghi in cui la cultura è permeante, a livello storico e tradizionale.

E' ancora presente una dimensione umana che permette una vita non più tranquilla ma, forse, meno stressante.

Durante il suo soggiorno, Rick trova un nuovo equilibrio, nuovi amici, nuovi amori.

Lo svolgimento della trama, in alcuni frangenti, appare scontata, quasi che il susseguirsi degli eventi non possa che avvenire come noi ce li aspettiamo.

Scontata è anche la rappresentazione dei personaggi.

L'americano (e l'America) è rappresentato come l'europeo medio se lo immagina.

Il mondo italiano, viceversa, rappresentato con gli occhi di un superficiale turista d'oltreoceano.

Tutto questo è il vero limite di questo libro, nonché l'ennesima prova un poco sgonfia di Grisham.

La nota positiva potrei trovarla nel fatto che per la sua facilità di lettura, il libro potrebbe piacere a tutti quei lettori occasionali, alla ricerca di "qualcosa di poco impegnativo... di svago".

Meglio quindi un lettore non affezionato che un non lettore.


So long

Andrea

venerdì 23 novembre 2007

Parma e il football

  1. se lo avessi saputo    scritti in libertà

 
 
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